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RADICI

RIQUALIFICAZIONE DELL’ARREDO URBANO DEL CENTRO STORICO DI GANDINO

Intervenire con un progetto di arredo urbano in un centro storico non è mai un’impresa semplice, soprattutto in un contesto fortemente consolidato nel tempo come quello di Gandino.

Il progetto, più volte rivisto per recepire le indicazioni della Soprintendenza e rispondere a diverse necessità e criticità emerse, ha comunque mantenuto intatto il suo intento originario: non solo offrire una risposta concreta al bisogno di creare percorsi sicuri e spazi protetti dal traffico veicolare, dove le persone possano sostare in tranquillità, ma anche proporre un racconto visivo e simbolico. Un racconto che parli di attaccamento al territorio e che trasmetta un senso profondo di appartenenza, capace di coinvolgere anche il visitatore esterno.

L’arredo urbano si sviluppa a partire dagli spazi esistenti, come se qualcosa di vivo e pulsante emergesse dal sottosuolo, spingendo verso l’alto. Ne sono esempio le nuove fioriere, concepite come elementi naturali dalle forme morbide che affiorano dal terreno, trasformandosi in punti di incontro e, in alcuni casi, in panchine. I loro profili richiamano l’immagine idealizzata di radici, simbolo delle relazioni che ogni individuo, nella propria unicità, intreccia nel corso della vita.

Come in natura, le radici rappresentano solo l’inizio di una crescita potenzialmente infinita, ed è da questo concetto che prende forma il rimando all’esperienza umana:

“La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze.”

O ancora:

“I tronchi degli alberi sono separati, ma le radici si tengono strette le une alle altre e i rami in alto si intrecciano.
Sono uniti a livello profondo e a quello più elevato. Gli uomini dovrebbero essere come un’immensa foresta.”

Queste citazioni sono riportate direttamente sull’arredo, affinché la riflessione sul significato del progetto resti viva nella mente di chi attraversa il centro storico.

L’intervento non propone elementi standardizzabili o replicabili altrove: ogni pezzo è unico, sia nella forma che nella resa finale. Le fioriere in corten, ad esempio, presentano serigrafie ottenute con foglie di felce raccolte nei boschi della zona, creando un legame forte — anche cromatico — con il contesto naturale locale.

L’arredo contribuisce così a definire l’identità della piazza, estendendosi fino agli spazi esterni di alcune attività commerciali e offrendo al fruitore la percezione di un ambiente coerente e progettato nella sua interezza. Un linguaggio continuo, senza interruzioni morfologiche, materiche o cromatiche, che comprende anche i nuovi cestini per la raccolta differenziata e si integra con le bacheche informative collocate sotto i portici.

Le specie vegetali selezionate sono per lo più sempreverdi, distinte per tipologia di spazio: nei contesti commerciali troviamo Hedera helix ‘Topazolite’, loropetalum, iberis e pittosporo tenuifolium; in quelli istituzionali nandina ‘Gulf Stream’, osmantus ‘Tricolor’, picea glauca ‘Perfecta’ e carex morrowii. Nei portavasi collocati sui pilastri dei portici del Municipio si alternano specie stagionali come alyssum, sunpatiens e plectranthus, con abbinamenti cromatici che richiamano idealmente i colori della bandiera italiana.

L’obiettivo primario resta quello di restituire centralità al pedone, garantendo percorsi sicuri — soprattutto in prossimità delle uscite dei negozi — e rallentando il transito veicolare. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla valorizzazione di luoghi simbolici, come il monumento ai Caduti, contribuendo a ridare dignità all’intero spazio urbano. La piazza torna così a essere vissuta, non più dominata dalle automobili, ma riappropriata dalla comunità.

Gandino – 2024

ph © Viola Servalli