SANTA MARIA ASSUNTA
RESTAURO DELLA BASILICA DI GANDINO
Intervenire su un complesso monumentale come la Basilica di Gandino è un’esperienza che richiede grande rispetto per l’esistente e un’attenta considerazione delle delicate condizioni strutturali. L’intervento, suddiviso in più lotti, ha riguardato principalmente la copertura della Basilica e il restauro degli affreschi danneggiati sulla controfacciata, dove infiltrazioni di acqua meteorica avevano lasciato vistosi segni di decoesione e incrostazioni saline.
Il primo intervento, avvenuto nel 2011, si è concentrato esclusivamente sul tiburio della Basilica. Tuttavia, nel 2020 si è deciso di estendere l’intervento all’intero manto di copertura. I problemi principali riscontrati erano legati allo scivolamento dei coppi, causato dalla forte pendenza della copertura, variabile tra il 35% e il 40%. Questo scivolamento aveva provocato un evidente scostamento del manto di copertura dai punti di colmo e dalle murature, compromettendo la struttura lignea sottostante e causando infiltrazioni in diversi punti.
Fortunatamente, una lastra grecata in acciaio inox, installata negli anni Settanta al di sopra dell’assito, aveva preservato l’orditura lignea portante. Pertanto, il progetto ha previsto principalmente la correzione dei difetti esistenti, adottando soluzioni che stabilizzassero i singoli elementi senza alterare l’aspetto del manto di finitura.
Le operazioni principali hanno incluso la rimozione delle lattonerie in rame, con successivo riutilizzo, e dei coppi antichi a cresta e canale, accatastando quelli in buono stato per un loro recupero. Il legname degradato è stato sostituito con doghe di larice, posate ortogonalmente alla grecatura della lamiera sottostante, mentre i listoni verticali sono stati ancorati ai nuovi bicoppi Vardanega, scelti per la loro alta resistenza e dotati di rostro per un migliore ancoraggio ai listelli orizzontali. A completamento, i coppi recuperati sono stati bloccati con ganci metallici e sono stati installati elementi parapassero in PVC e scossaline adeguatamente dimensionate per garantire il naturale deflusso dell’acqua.
Infine, in linea con le normative vigenti, sono stati installati dispositivi di sicurezza contro la caduta dall’alto, per proteggere gli operai durante i lavori di manutenzione futuri.
Come anticipato, le infiltrazioni d’acqua dalla copertura avevano causato danni significativi alle pitture murarie e agli intonaci della controfacciata, in particolare negli angoli a destra e a sinistra del portale maggiore. Qui erano evidenti segni di decoesione delle malte, con solfatazioni sotto forma di barbe e incrostazioni biancastre che avevano trasformato l’intonaco in sali solubili, ormai migrati in superficie. La presenza di umidità aveva inoltre favorito l’accumulo di polveri, con conseguente annerimento, alterazioni cromatiche e la formazione di macchie visibili tra le zone bagnate e quelle asciutte.
Il restauro, realizzato dalla ditta specializzata Baldis Restauri, ha seguito una serie di operazioni mirate. Innanzitutto, è stata eseguita una revisione del consolidamento dell’intonaco nelle aree in cui questo presentava distacchi dal supporto murario, utilizzando iniezioni di maltine premiscelate a base di calce idraulica e inerti ventilati. Dove il consolidamento non era sufficiente, si è proceduto con la demolizione localizzata degli intonaci pericolanti, eseguendo l’operazione con la massima attenzione per evitare danni alle superfici limitrofe.
Per eliminare i sali solubili, sono stati effettuati impacchi estrattivi con acqua demineralizzata e una delicata rimozione meccanica delle incrostazioni. Successivamente, le lacune sono state stuccate con malte a base di calce e inerti di granulometria idonea, selezionati per ottenere una tonalità e una texture simile all’originale. Nei casi più gravi, si è proceduto con il rifacimento dell’intonaco in almeno due stesure, mantenendo una colorazione in linea con l’esistente.
Infine, le zone danneggiate sono state sottoposte a una reintegrazione pittorica, eseguita ad acquarello, con un abbassamento cromatico delle lacune per integrarle armoniosamente nel contesto.
L’intervento sulla Basilica di Gandino ha rappresentato un delicato equilibrio tra conservazione e restauro, finalizzato a preservare l’integrità storica del complesso monumentale. Ogni operazione è stata eseguita con la massima cura, rispettando i materiali originali e adottando soluzioni moderne che garantiscano la durabilità dell’opera, senza comprometterne il valore storico e artistico.
Gandino – 2017/2021
ph © Viola Servalli